Giovedì, 11 Marzo 2021 10:06

Donna denuncia il marito violento, le tolgono i figli: ''Aiutatemi''

Lei è Gina (nome di fantasia), una donna che ha subito violenza per anni e che oggi ci ha voluto lasciare la sua testimonianza.

“La mia storia è una tra le tante non ascoltate da chi avrebbe potuto aiutarmi e, invece, ha preferito lavarsene le mani. Tutto ha avuto inizio nel 2017, quando ho lasciato il padre dei miei figli, dopo anni di insulti, percosse e minacce di morte e tutto questo davanti ai bambini, che all'epoca avevano 5 e 3 anni. Rientrata nel mio paese natio, dopo 9 anni, ho visto i miei bambini sofferenti e ho chiesto un supporto alle assistenti sociali del mio paese, per cercare di aiutare i miei figli a liberarsi di tanto dolore. Nel frattempo, il padre, al quale non ho mai impedito di vedere i bambini, perché con loro non ha mai alzato un dito e per il semplice fatto che i miei piccoli, nonostante tutto, erano legati al loro papà, ogni volta che veniva a prendere i bambini mi riempiva di insulti, minacce e, in molte occasioni, anche di botte. Le assistenti sociali, alle quali avevo chiesto aiuto, inizialmente, venivano presso la mia abitazione una volta a settimana, per monitorare la situazione. A distanza di qualche mese, mi hanno consigliato di trasferirmi con i miei bambini in una casa famiglia, perché il comportamento del padre continuava ad essere violento, ma, al pensiero di far soffrire ulteriormente i miei piccoli, ho deciso di denunciare il mio ex marito e mi è stato consigliato dagli stessi carabinieri di fare una diffida. Da quel momento non mi ha più picchiata, ma gli insulti, davanti ai bambini, erano all'ordine del giorno.

Decido di farmi assistere da un avvocato e tutto viene messo agli atti, dai messaggi vocali di minacce di morte, ai referti medici delle lesioni fisiche dovute alle percosse. Nel frattempo, però, mi ritrovo ad aver perso la casa, dove risiedevo con i miei figli, a causa dei debiti contratti dal mio ex.

Stanca, avvilita, distrutta fisicamente e interiormente, ho avuto un crollo emotivo e sono finita per 4 giorni in ospedale. Il mio corpo mi ha abbandonata, ma solo per poche ore. Nel referto delle dimissioni viene scritto che ho avuto un crollo da stress; ci tengo a precisare che i piccoli, in quei giorni, sono stati accuditi dai miei genitori. Mi sono ripresa subito, perché una mamma non può essere debole e fragile. Ho continuato a lavorare e cercare una normalità, soprattutto per i miei bambini. Vengo, poi, contattata dai servizi sociali e viene fatta una relazione al giudice dove c’era scritto che i bambini dovevano essere collocati presso il padre, perché la mamma si doveva riprendere psicologicamente. Nonostante io abbia fornito la documentazione medica dello psicologo e dello psichiatra, per dimostrare che ero nelle mie piene capacità mentali ed in grado di provvedere ai bambini sia economicamente che emotivamente, viene ugualmente disposto dal giudice il collocamento dei bambini presso il padre, perché la mamma lavora e, a loro giudizio, è ancora fragile emotivamente. Da quel momento in poi ho potuto vedere i miei piccoli solo due ore in un pomeriggio della settimana e per 3 week end al mese dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, con rientro presso il padre alle 19:30.

Credetemi, non sono stata uccisa tutte quelle volte che mi ha insultata, denigrata, soffocata, sbattuta a terra, trascinata per i capelli da una stanza all’altra, ma sono stata colpita dritta al cuore ora, da una giustizia che non può essere chiamata tale. Ho denunciato come mi è stato detto, ma ho perso il diritto di vivere i miei figli, come posso spiegare loro quello che è successo?

Il decreto al momento è esecutivo, ho fatto ricorso, ma, visto come sono andate le cose fino ad ora, la paura di perdere i miei bambini è tanta, sono piccoli per capire che la mamma sta facendo di tutto per proteggerli. Io, comunque, non ho intenzione di arrendermi, continuerò a lottare per i miei bambini. Grazie per avermi ascoltata”.

Grazie a te Gina. Grazie da parte di tutte noi.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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