Lunedì, 08 Marzo 2021 16:11

8 marzo: Possiamo davvero parlare di “festa” della donna?

Non dimenticando l'evento che ha dato vita a quella che è la giornata internazionale della donna, dobbiamo però porci una domanda: Possiamo davvero considerare l’8 marzo la “festa” della donna?

Purtroppo, sono sempre di più le donne che continuano a morire per mano di uomini violenti, "compagni di vita" che la vita la tolgono. I numeri sono chiari, dall'inizio del 2021, in Italia, i femminicidi sono stati già undici, e tante sono quelle donne che pur non morendo fisicamente, si spengono interiormente, a causa di ripetuti maltrattamenti che continuano a subire. Ecco perché oggi siamo lontani da festeggiamenti e celebrazioni. Queste giornate devono poter aprire riflessioni importanti.

Se partiamo dalla storia che ha dato vita a questa celebrazione (La Giornata internazionale dei diritti della donna fu istituita dall'ONU il 16 dicembre 1977, recependo anni di dibattiti e dando respiro globale a una ricorrenza commemorata da oltre mezzo secolo in molti Paesi del mondo), nonostante le innumerevoli battaglie e lotte intraprese dai movimenti femministi, purtroppo sono ancora molte le difficoltà che le donne continuano a vivere nel mondo del lavoro, della politica e della vita sociale e familiare.

Si combatte per avere pari opportunità, ma le continue discriminazioni che le donne subiscono quotidianamente, ci dicono che c'è ancora molto da fare per arrivare alla più volte citata “parità di genere”, e questo non riguarda soltanto l'Italia ma tutto il mondo, perché parliamo di un problema culturale. Quindi, volendo dare una risposta alla mia domanda iniziale, direi che in questo momento più che festeggiare le donne, bisognerebbe riflettere sulle lotte passate, sulle conquiste sociali ottenute e sulle discriminazioni ancora esistenti, anche con l'aiuto di quegli uomini pronti a fare la differenza.

 

Maria Stella Formica, 15 anni, di Castelnuovo Cilento (Salerno)

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