Lunedì, 08 Marzo 2021 11:02

''Non regalateci mimose ma guardatevi dentro e combattete con noi"

Preferisco considerare l’8 marzo come uno dei tanti innumerevoli giorni in cui le donne hanno combattuto e continuano a combattere per i loro diritti negati e per le loro vite molto spesso precarie e segnate dallo sfruttamento e dalla violenza.

Donne, ancora oggi, discriminate, massacrate da guerre, fanatismi e da uomini che confondono l’amore con il possesso. Siamo ancora lontani, nonostante il tanto celebrato “progresso” da quella “Democrazia Paritaria”, proclamata a parole ma inesistente nei fatti dato che ancora continuano a persistere, nelle strutture profonde sociali e cognitive, valori legati ad una mentalità patriarcale fondati sul dominio e la svalutazione dell’“altra”. Così tra muri di silenzio e ipocrisia si consumano massacri, genocidi in cui le donne ed i bambini, considerati spesso come merce di scambio e strumenti di vendette trasversali, sono le vittime innocenti. E mai sono stati spenti i roghi delle antiche streghe e continua a bruciare la carne, l’anima di donne irrise, pestate, violentate, ammazzate e rimaste senza giustizia. Donne che muoiono per mano di un uomo che dice di amarle ma che invece le considera solo un oggetto che si può distruggere, annientare se non rispetta i suoi desideri. Rimane il dolore e la rabbia di tante voci inascoltate tra l’indifferenza e l’ipocrisia di chi volge lo sguardo dall’altra parte.

Un amico, tempo fa, riferendosi alla violenza sulle donne mi ha detto: “Noi uomini non siamo tutti uguali, questi episodi ci fanno vergognare”; gli ho risposto che se questo è vero comincino loro, quelli che si sentono diversi, a cambiare concretamente; isolino i violenti e si facciano portatori di una “nuova cultura” della condivisione, del rispetto per le donne nella famiglia, nei luoghi di lavoro e nella politica. Per questo dico agli uomini: non regalateci mimose ma guardatevi dentro e combattete con noi. L’8 marzo non è una festa ma uno dei tanti nostri giorni di Lotta.

 

Articolo a cura di Emerita Cretella

 

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