Violenza sulle donne: un'epidemia silenziosa

In questi lunghi mesi contrassegnati dall'emergenza sanitaria le istituzioni, tutte, le forze dell'ordine, tutte, hanno saputo dimostrare un'efficienza a tratti strabiliante, una forte determinazione, una ferma volontà di rispettare, ma soprattutto fare rispettare le continue modifiche di legge, cascate a pioggia sulle teste dei cittadini.

Hanno saputo studiare ed emanare a tempo di record norme e regole necessarie, nonché a fornire gli strumenti e le risorse opportune affinché la cittadinanza fosse adeguatamente informata, controllata e dissuasa da pensieri di trasgressione. Cittadinanza che, seppure con non poche lamentele e disapprovazione, ha dimostrato di sapere stare al passo, rispettando le regole, accogliendo ogni cambiamento, procurandosi sempre nuovi moduli di autocertificazione, contraendo debiti per adeguare le strutture; per non parlare della difficile e disumana rinuncia a stare vicino ai propri cari nei loro ultimi istanti di vita.

Tutto accade perché c'è un'emergenza: è stata dichiarata, riconosciuta e quindi affrontata.  In principio c'è stata la volontà, la ferma e decisa volontà di fermare, attenuare quantomeno i danni umani ed economici portati dalla pandemia.

Tra sabato 6 e domenica 7 febbraio, tre donne sono state uccise: Piera Napoli, Heshta Luljeta, Ilenia Fabbri; il 12 febbraio Lidia Peschechera viene uccisa a Pavia; il 18 febbraio un'altra donna viene accoltellata a Genova nel suo negozio: Clara Ceccarelli. E ancora, Rossella Placati, trovata con il cranio fracassato a Bondeno in provincia di Ferrara; Deborah Sartori, uccisa con l’accetta dal marito a Cortesano in provincia di Trento. Una donna uccisa ogni cinque giorni da inizio anno, in nemmeno due mesi.

Se si leggessero i numeri dei femminicidi, se ogni momento, ad ogni telegiornale, si ribadissero questi numeri, ci si accorgerebbe, con non troppa difficoltà, che anche questa è un'emergenza, iniziata chissà quando ma sempre ignorata.

Dunque, dobbiamo pensare che vi sia da parte delle efficientissime istituzioni e forze dell'ordine una mancata conoscenza? Difficile da credere, spesso ci sono dietro denunce accolte ma lasciate su una scrivania a fare cumulo.

Oppure dobbiamo pensare che manchi una vera volontà di affrontare questa mattanza?

Se vi è certezza di punizione per chi trasgredisce le regole volte a contrastare la pandemia, non vi è e non vi è mai stata certezza di pena per chi uccide, massacra, violenta le donne, così come la denuncia alle forze dell'ordine sembra essere inutile, semplice proforma; sebbene incoraggiata, appare come la finzione di voler dare un aiuto che non arriverà mai.

 

Articolo a cura di Stefania de Girolamo

 

 

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