Due femminicidi in 24 ore

La scia di sangue non si ferma. Nel giro di 24 ore si sono consumati due nuovi femminicidi. Due donne sono state uccise, in Trentino Alto-Adige e in Emilia Romagna. Loro sono Deborah Saltori e Rossella Placati.

Deborah Saltori, 42 anni, è stata uccisa dall’ex marito, Lorenzo Cattoni, 39 anni, a Cortesano, in zona Maso Saracini, frazione di Trento. L’uomo, che era agli arresti domiciliari a casa dei genitori a Nave San Rocco, era già stato ammonito dal questore di Trento due volte per violenza domestica, anche nei confronti di una precedente compagna. Pochi mesi fa era stato arrestato, perché negli ultimi quattro anni aveva più volte malmenato la sua compagna, madre di quattro figli minori, di cui tre avuti da una precedente relazione.

Secondo quanto emerge da una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo, alle 15,30, si è presentato all’abitazione della donna, aggredendola fino ad ucciderla, tentando poi il suicidio. Sul posto sono intervenute due ambulanze del 118 e l'elicottero di soccorso del Nucleo dei Vigili del Fuoco con l'equipe medica di rianimazione. Purtroppo, per Deborah non c'era più nulla da fare. Lorenzo Cattoni è stato invece trasportato al Santa Chiara, è in condizioni critiche. Le indagini sono in corso. Sul posto ci sono gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trento, coordinati dal vicequestore Tommaso Niglio e dal pubblico ministero Carmine Russo.

Rossella Placati, 51 anni, separata con due figli, è stata trovata morta in casa a Bondeno, nel Ferrarese, presumibilmente colpita alla testa con un oggetto contundente. Il corpo di Rossella era riverso in bagno. A dare l’allarme sarebbe stata una vicina. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia locale di Bondeno per accertare i fatti. L’ipotesi su cui si sta lavorando è quella dell’omicidio. Il magistrato sta interrogando in queste ore proprio il compagno della donna.

L'uomo, 46 anni, artigiano edile di Bologna, avrebbe affermato di essere tornato a casa solo questa mattina, a causa di un litigio avvenuto la sera prima, dopo il quale si era allontanato dall’abitazione. L’appartamento non presenterebbe segni di effrazione e si sta cercando l'arma del delitto, un oggetto contundente utilizzato per colpire la vittima alla testa, fracassandola.

Non avrei voluto scrivere nuovamente queste poche righe, la rabbia e il dolore che provo di fronte a fatti come questi, che continuano a ripetersi, inesorabilmente ed incessantemente, è tanta, come del resto lo è la constatazione che non si è fatto ancora abbastanza per impedire a questi mostri di uccidere le loro mogli, madri, figlie.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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