Giovedì, 24 Dicembre 2020 17:45

Lettera al Papa da una cristiana ''impertinente"

Diamo voce ai quattro fratellini di Cuneo.

Sua Santità, per dare un valore a questa lettera devo parlarle di me, del mio percorso di dolore e di cosa mi ha spinto a scriverLe. Sono una donna sopravvissuta a un marito malvagio e violento. Più volte il buon Dio mi ha salvato la vita e in questo percorso di rinascita e di resilienza, ho incontrato tante donne con altre storie e tante ingiustizie. In questo cammino di sorellanza ci siamo unite creando una rete di donne e di madri che si aiutano concretamente. Oggi attraverso tanti percorsi associativi e di comunicazione siamo un riferimento non solo per le donne, ma per gli ultimi, per i più deboli. Spesso non denunciamo per la perdita di fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell'ordine, ma soprattutto per paura di perdere i figli. Solo noi conosciamo il nostro aguzzino e ingiustamente altri se ne aggiungono: gente che gestisce le nostre vite a colpi di verbali, denunce e sentenze e vive di omertà, indifferenza, burocrazia e maschilismo. Spesso ci ritroviamo senza guardarci negli occhi e senza conoscerci, siamo supporto ognuna dell'altra, in una rete fatta d'amore e di solidarietà vera! Noi siamo le nostre ancore di salvezza. Siamo madri, sorelle, figlie, il dolore che merita rispetto. Noi donne non saremo tutelanti per i nostri figli finché non saremo garantite come madri.

Spesso, dopo la denuncia, il Sistema giudiziario allontana i minori separandoli da noi. Il Santo Natale e lo strazio di queste divisioni mi spingono ad agire: perciò ho ritenuto fosse un percorso necessario bussare alla Sua porta, così diversa dalle altre, per una parola di amore e di conforto, che ci ridoni speranza, dignità e rispetto. Nel nostro Paese, i più piccoli vivono una guerra invisibile nelle loro case e sono straziati da malvagità, insensibilità ed egoismo. Ogni volta che penso a queste storie, mi assale una grande tristezza e impotente sconforto. A Natale esultiamo per la nascita di Gesù, un neonato scampato alla strage degli innocenti: mi chiedo quanti Erode devono incontrare questi bambini e quanta sofferenza è racchiusa nei loro piccoli cuori. Prima di incrociare queste storie di bimbi e di orchi, volevo una giustizia anche per me, desideravo tutte quelle cose che so di meritare ma che la vita mi ha negato. La Fede mi ha insegnato che bisogna lasciarsi andare alla volontà del Signore, mi ha aiutato a sopravvivere anche alle ingiustizie e alle amarezze. Sono una che non si arrende e nella battaglia per la mia vita e per la Giustizia, ho sentito storie agghiaccianti. Non ho avuto la fortuna di essere madre, chissà forse sarei anche stata brava, non sempre possiamo rivestire i ruoli per i quali ci sentiamo portati e, da cristiana, so che questo era il Disegno divino per me e sento che devo fare un passo indietro: oggi occorre a me la responsabilità di raccontarLe l’orrore, inimmaginabile, che molti bambini vivono. Per molti di loro non sarà Natale! E’ per queste invisibili e innocenti vittime di guerre familiari e per ogni piccola creatura venuta al mondo, che umilmente chiedo protezione a Lei, affinché la vita sorrida di nuovo loro di rimando allo stesso modo in cui bambini sorridono alla vita.

A quattro fratellini di Cuneo qualcosa di terribile e devastante sta accadendo in un circuito di dolore e indifferenza, dove i deboli sono destinati a essere martiri. Quattro bambini separati tra di loro e portati via alla loro madre, una storia che sta straziando e indignando l’intera opinione pubblica. Si respira in questa vicenda una forma di ricatto e punizione nei confronti di chi ha osato raccontare la verità: una adolescente che oggi non crede più alla giustizia e a chi la rappresenta; raccontare l’orrore ha scatenato una guerra tra angeli e demoni, dove le tenebre avanzano e piccole luci si spengono e io altro non so fare che pregare. Non sappiamo più cosa fare perché questi piccini possano tornare a casa riuniti, tra le braccia della loro madre. Non ci sono parole né gesta eroiche che possiamo compiere, quel che era nelle nostre possibilità, dell’associazione e di altri gruppi, l’abbiamo compiuto, ma non basta. Mi rivolgo a Lei Sua Santita’, Lei che è tanto vicino a Dio, confidando che saprà aiutarci e dire le cose giuste per far sentire la voce dell’Altissimo, come noi non possiamo e sappiamo fare. Questi bambini, tra cui due adolescenti sono disperati, sentendosi abbandonati da Dio e dagli uomini e non credono più. Mai avevo sentito e visto tanta disumana cattiveria! E qui faccio anche un appello ad un familiare del padre, presunto abusante, appartenente ad un ordine ecclesiastico, spesso le figure che rappresentano la Chiesa parlano di verità, di giustizia e di Dio e poi crocifiggono i piccoli, spesso voltandosi dall’altra parte. Abbiamo avuto modo di rilevare che i giudici insieme ad altri operatori, sembrano essere diventati i veri nemici delle donne e dei loro bambini. Invece dovrebbero solo riflettere, perché non ascoltare la voce di un innocente è non udire la voce di Dio.

In questi ambienti ho incontrato madri che per essersi ribellate alla violenza, hanno perso i loro figli come ritorsione alla loro voglia di ritornare ad una vita serena e dignitosa. Insieme ad altre donne vorremmo fare qualcosa e noi oltre la nostra solidarietà e la nostra preghiera altro non abbiamo! Il caso di questi fratellini è emblematico, stanno chiedendo aiuto vogliono ritrovarsi, tornare a casa e tutti insieme, sono bambini che non vogliono incontrare il loro carnefice, nè tanto meno restare in case famiglia separati l’uno dall’altro, loro una famiglia che li ama ce l’hanno! E' duro e grave ciò che scrivo, ne sono consapevole, ma è la verità. Le scrivo, perché è nell' indifferenza e omertà che maltrattanti, pedofili e stupratori agiscono indisturbati, in una cultura della violenza che si regge interamente sul silenzio. Penso al silenzio che ha avvolto cuori e menti di una comunità che sa e non parla; ma ancora di più ci indigna e ci lascia attonite il silenzio delle Istituzioni, che hanno perso cultura dell'amore e del rispetto, mancando di pietà e di solidarietà e per questo prego Dio che non cambino le leggi, bensì i cuori e le coscienze di chi le applica, perché il mondo ha bisogno di buoni esempi non di cattiverie gratuite. So che Dio ha sacrificato Suo figlio per l’Umanità, ma è proprio tramite Cristo che ha concesso la speranza della Resurrezione al mondo intero! Gesù Cristo era un uomo ed era anche il figlio di Dio, loro sono solo bambini e non mi sento di dire "Sia fatta la Tua volontà". So di essere una cristiana impertinente, ma non è stato detto che dobbiamo bussare finché Dio non ci ascolta? Ogni giorno che passa un bambino resta sulla croce e noi busseremo alla Sua porta fino allo sfinimento, finché i nostri figli possano tornare a vivere d’amore e di carezze fatte di gioia, a essere amati e non violati da mani sporche, che abbiano abbracci rassicuranti e non devastanti, perché fare del male ai bambini è come spezzare le ali agli angeli. Noi non possiamo arrenderci, perché nessuna sofferenza deve essere vana, nessuna tristezza e nessun mostro deve nasconderci il volto di Dio e il Suo infinito amore, perché, nonostante tutto, abbiamo imparato che dove c'è tristezza c'è disperazione, dove c'è odio vi è morte, dove c'è rancore c'è frustrazione, ma anche che dove c'è amore c'è speranza.

Sulla nostra strada incontreremo tanti Giuda, Ponzio Pilato e gente che preferirà Barabba a noi, ma questi uomini resteranno nella notte dei tempi i peggiori, perché solo alle creature di Dio è dato il dono della Resurrezione e del Suo amore infinito. Oggi Le scrivo perché questi bambini hanno bisogno di Lei , di un autorevole atto di solidarietà, sono certa che saprà aiutarci concretamente, queste creature meritano di essere salvate ed aspettano la fine del loro inferno. Solo una figura carismatica, forte e determinata come la Sua, Santità, può riportare Fiducia e Speranza in tanti cuori smarriti. In questo Paese ci sono religiosi in prima linea contro la criminalità organizzata ed anche contro la tratta degli esseri umani, ma i bambini spesso sono terra di nessuno. In questo cammino di Fede e Speranza la Divina Provvidenza ci ha fatto incontrare donne e uomini coraggiosi che lottano affinché gli esseri più deboli ed indifesi possano vedere rispettati i loro diritti di esseri umani. Santo Padre, dove c’è violenza non c’è famiglia, i bambini e le donne sono quasi sempre l’anello debole. Un bambino che perde la propria madre e i propri fratellini smarrisce il grande valore della vita, della verità e della giustizia: loro non sperano più e dove muore la speranza anche Dio non abita più lì. Sia il nostro Padre, il Padre di queste creature che hanno perso con l’amore la speranza. Santità sia il Padre di questi bambini che devono essere portati via da quelle tenebre a cui non appartengono, sono certa che la Sua presenza li salverà e chissà che tra le anime nere qualcuno non si converta riportando alla luce Giustizia e verità. Sono certa che Lei ha una porta d'accesso diversa con Dio e faccia sentire la Sua voce come Gesù che scacciò i mercanti dal Tempio.

Sua Santità all’udienza della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori ha detto che «quando la coscienza arriva tardi, anche i mezzi per risolvere il problema arrivano tardi» ed anche «Chi viene condannato per abusi sessuali sui minori può rivolgersi al Papa per avere la grazia, ma io mai ho firmato una di queste e mai la firmerò. Spero che sia chiaro». È donando agli altri, agli ultimi, a chi si è perso e a chi non si è mai trovato che scopriamo il senso di noi e della nostra vita. In un mondo dove l’individualismo trionfa, dove sopraffare gli altri è diventato il modo per emergere, dove i cattivi esempi sono portatori di pessime abitudini e delle peggiori pratiche, bisogna trovare uomini e donne disposti a tutto in nome della verità, persone disposte a credere in un mondo migliore fatto di amore e speranza, ma soprattutto, di rispetto verso il prossimo, un mondo fatto di buoni esempi che facciano capire che l'amore ci può salvare e che nella solidarietà spesso si incontra il volto di Dio.

 

Articolo a cura di Grazia Biondi

 

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