Martedì, 22 Dicembre 2020 09:53

Si spara durante una videochiamata con la figlia

Siamo in un piccolo paese del Canavese. Lui è un uomo di 53 anni, bibliotecario e padre di tre bambini, separato dalla moglie che la scorsa estate lo aveva denunciato per maltrattamenti. “Dice che vuole ammazzarmi”, aveva raccontato la donna terrorizzata ai carabinieri. Per questa ragione, lei ed i suoi figli erano stati allontanati dalla casa coniugale e trasferiti in un luogo protetto. La tragedia è avvenuta domenica sera. L’uomo, mentre era in videochiamata con la figlia più piccola, una bambina di appena sei anni, si è sparato.

Il 20 dicembre 2020 è una data che rimarrà per sempre impressa negli occhi di una bambina, troppo piccola per capire tutto questo dolore, tutta questa sofferenza, tutta questa violenza. Nei suoi occhi innocenti saranno per sempre presenti immagini che nessuna figlia dovrebbe vedere mai. L’uomo che lei chiamava papà maltrattava la sua mamma, lei e i suoi fratelli erano stati costretti ad uscire dalla casa nella quale erano cresciuti, non avevano più la loro cameretta, i loro giochi, nulla. Sono stati costretti a scappare per rifugiarsi in un luogo dove il “mostro cattivo”, che era costretta a sentire per telefono, non potesse fare loro del male.

Purtroppo, il codice rosso non è bastato a proteggere una mamma ed i suoi figli. Questi bambini dovevano comunque sentire il padre violento, in nome di una bigenitorialià che in questi casi non può e non deve esistere. Quante volte dobbiamo assistere a queste atrocità, perché qualcuno si renda conto che qualcosa nel sistema giustizia deve essere cambiato?

Ora basta, ma basta davvero.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

 

LEGGI ANCHE "Uccide i figli a coltellate e si suicida"

 

Console Debug Joomla!

Sessione

Informazioni profilo

Utilizzo memoria

Query Database