Lunedì, 21 Dicembre 2020 18:08

Mio padre è morto di Covid. Nessun Natale per me

Quest'anno nessun Natale da festeggiare per me.

Lo shopping non mi ha mai interessato, ho sempre preferito la natura sia pure con tramonto metropolitano, né la lotteria degli scontrini promossa da un governo che da una parte incentiva e poi ipocritamente ti ricorda che crea dipendenza.

Intanto oggi ho ricevuto regali inaspettati che mi hanno commosso fino alle lacrime, perché le cose sono cose, ma alcune hanno un valore incommensurabile, date le circostanze. 

E ho ricevuto telefonate e sentito forte l’abbraccio di chi ha accolto il mio dolore.

Ti penso in silenzio, non perché io non voglia raccontare di te ma perché non capirebbero il mio dolore.

Si dice che con il tempo il dolore svanisca ma non è vero, perché chi lo vuole far svanire, lo accantona, mette da parte, ma non dimentica.

Quando mi ritrovo a parlare di te con qualcuno, c'è qualcosa che non va in me, ritorna la malinconia e il mio "poteva andare diversamente se solo."

Avrei voluto averti di più con noi.

Alle volte siamo soli anche quando siamo circondati dall’amore.

In questo maledetto 2020 te ne sei andato senza aver avuto la possibilità di raggiungerti, di piangerti, di tenere la tua mano per l'ultima volta, di poter lottare con te e per te.

Te ne sei andato per quel maledetto virus, solo, senza che tu potessi avere un degno funerale.

Tu che mi hai trasferito l'importanza dell'equilibrio, del sacrificio, della lotta e del coraggio, l’onestà e la coerenza, ora mi sento vuota e tremendamente inutile.

E, sempre domani, questa vita così incredibilmente sconvolgente e nello stesso tempo misteriosa, mi porterà a provare a sopravvivere alla tua scomparsa.

Vorrei tu mi tornassi accanto anche ora che scende l’ombra ed un velo di lacrime copre il mio volto.

Non mi vergogno delle lacrime ed anche se il viso è coperto da una mascherina, conosci il dolore profondo del tuo animo.

In tutti i luoghi io ti porterò con me, sarai tra le mie cose, i miei vestiti, i miei libri, le mie carte.

Ti sentirò lo stesso anche quando il mondo griderà forte, anche quando qualcuno mi chiederà come stia e tu risponderai per me, tacendo.

Il Cielo avrà il colore dei tuoi occhi ed io ti saprò lassù a guardarci.

Voglio saperti tra le braccia di Dio.

Il mio Gesù non decide chi deve morire, né decide il quando o il come.

Non crederei mai in un Dio così. 

E so che papà non è più qui ma in Cielo e prego Dio affinché mi salvi ogni giorno dalla disperazione... sapendolo al mio fianco, piango, urlo, nella gioia e nel dolore, convinto che Lui mi stia vicino sempre e comunque. 

Dopo la morte non c'è più la morte ma c'è la vita eterna.

 Articolo a cura dell’Avv. Anna Maria Marinelli

 

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