Venerdì, 18 Dicembre 2020 09:07

Paga un uomo per spezzare le dita al figlio gay

È stato condannato a due anni per lesioni aggravate e atti persecutori verso il figlio e per una serie di maltrattamenti verso la ex moglie un professionista nel torinese. Nel 2017 ha pagato un pregiudicato di origine rumena per rompere le mani al figlio, un affermato chirurgo, che voleva punire perché omosessuale. Il picchiatore invece, ha avvertito il giovane medico e d’accordo hanno inscenato una finta aggressione per la quale il padre ha pagato duemila cinquecento euro. E’ stato per questo denunciato dal figlio, stanco per i continui insulti e le vessazioni alle quali era sottoposto da anni. 

Una vicenda triste ed emblematica che, ancora una volta, mette in evidenza una mentalità patriarcale, che nonostante il progresso permea ancora le strutture individuali e sociali profonde. Come afferma il sociologo Pierre Bourdieu, certi meccanismi di dominio vengono ancora definiti come “naturali”, per legittimare l’inferiorità delle donne e per discriminare e perseguitare chi è diverso. Un riferimento ad un naturale per mascherare una costruzione culturale che è servita per giustificare una scala gerarchica, una “monarchia di diritto divino fondata sull’autorità del padre”. Un padre padrone che pensa di avere il diritto di punire, di mettere alla gogna e spezzare le mani come nel Medioevo.

 

Articolo a cura di Emerita Cretella

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