Mercoledì, 16 Dicembre 2020 20:00

Cercare il Natale e non sentirlo

Titolo: “Cercare il Natale e non sentirlo

Sottotitolo: “Se il Natale è famiglia, allora è il privilegio del dono del ricordo”

Sapete? ....... No! Ho deciso che parlerò direttamente a Te che stai leggendo.

Sai?!

Una esclamazione che usava sempre il mio babbo era: “Maremma impestata!”. Sì, ogni tanto il mio babbo esclamava cosi, soprattutto nelle discussioni con la mamma! Già, quando lei lo punzecchiava con qualche parola che lo feriva. I miei genitori erano una coppia spettacolare: mamma fumantina, ma buona come il pane, il babbo uno che sapeva vivere, un uomo curioso del vivere. Lui sapeva sempre non lasciarsi sopraffare dagli eventi e distingueva bene ciò per cui valeva la pena alterarsi. Che meraviglia di essere umano! In genere calmo e ironico e questa era la cosa che faceva ancora più imbestialire mamma. Quanto mancano in questi giorni!

Vedi?! Anche la reazione imbestialita di fronte a fatti d'ingiustizia di questo dicembre che si avvia al Natale 2020, ha finito per ricordarmi i miei genitori. Tornano alla mente tanti Natali con gli affetti saldi e caldi nel cuore ed il contorno delle festività serve solo ad acuire “la mancanza”. Sentire fortemente l'assenza di quei tanti, semplici ma veri Natali, quando ancora c'erano coloro che “credevano profondamente e animavano di profumi il pranzo di Natale ed il Cenone della Vigilia.

Da anni il Natale è sempre più un evento cittadino, con allestimenti scenografici che affascinano i turisti. A me tutto ciò infastidisce, mi sembra tutto artificiale e artificioso! Sono giorni in cui la mia città mi è sostanzialmente estranea. Purtroppo, le luci e i cenoni mi mettono tanta tristezza e devo dire (spero non vi dispiaccia), che io farò parte di quelli a cui non mancheranno. Così, proprio perché fa parte della mia memoria familiare, la stessa che mi farà sentire vicini i miei cari ed i miei Natali di bambina (che poi erano i più magici!), ritorno sull'origine di quella buffa esclamazione: “Maremma impestata”.

Ricordo chiaramente che il mio babbo mi aveva dovuto spiegare ben presto il significato, perché non ripetessi le sue parole, ma capissi. Rivedo e risento la mia mamma che lo sgridava: "Bravo eh!? Fatti sentire dalla tu figliola, così piccinina ..eh?!”. E ancora: “Bella figura fai! Se lo impara e ripete, tutta colpa tua! Si, e lo dirò, ricordatelo!”. Così, il babbo mi aveva preso in braccio, messo sulle sue ginocchia e mi aveva cominciato a raccontare: "Sai Lillina?! Maremma impestata lo diceva sempre il mio vecchio zio! Era purtroppo inchiodato nel suo “seggiolone”, in quel trono di legno e i suoi cuscinoni di sostegno, e nelle belle giornate se ne stava accanto all'uscio della casa colonica, guardando noi ragazzi giocare.

Mio zio - continuava il babbo, con un sorriso pieno d' affetto - esclamava queste parole, minacciando con la “manruca” noi ragazzini. “Ricordalo Eh!?! Da ragazzi si capisce poco della vecchiaia e si può essere cattivi senza volerlo!?!” Sì, riprendeva noi ragazzi ogni tanto; vedendo la sua testa piegata sul petto, gli lanciavamo sassolini e palline di carta con la cerbottana o cannuccia. Mio zio si svegliava di soprassalto e cercandoti con gli occhi, esclamava: “Maremma impestata!”. Alzando la sua marruca, diceva questo, continuando però a sgranare con l'altra mano il suo grosso rosario.

Poi il babbo faceva una pausa e mi guarda sorridendo, come a dire: “Hai capito eh!?!”. Quindi ricominciava, con il suo sorriso”. Sai?!? Era molto credente, pregava sempre mentalmente; lo potevi capire perché le due dita procedevano ad un nuovo grano del rosario, in qualunque momento del giorno tu lo guardassi.

Chissà, perché stamane mi si è sviluppato in testa, così nitido, questo ricordo!?!

Già… Chissà dove è finito quel rosario. Lo ricordo attaccato sopra il comodino di Nonna Viola, un rosario marrone scuro e lucidissimo, fatto di grossi semi d'oliva e con una grande croce, sempre di legno d' olivo.

Beh! Prendetelo come uno strambo racconto di Natale, per me è il racconto del mio Armandino. Lui per Natale mi raccontava sempre storie su personaggi della famiglia e del suo paesello, che se nevicava era un vero e vivo presepe.

 

Articolo a cura di Fiorella Rossi

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