Donne contro Donne

Fin da quando ero piccolissima avevo la certezza che la donna, semplicemente in quanto tale fosse una certezza, una garanzia di protezione, di solidarietà come se la donna fosse sempre comunque "mamma", quindi un meraviglioso, immenso e indistruttibile rifugio.

La prima volta in cui mi sono scontrata e ho iniziato a fare a pugni contro questa mia ingenua convinzione, è stata in seguito a una notizia di cronaca nera, nerissima, di fatti avvenuti a Marcinelle, già tristemente nota per il crollo nella miniera: fra il 1985 e il 1996 Marc Dutroux sequestrò, torturò e violentò sei ragazze fra gli 8 e i 19 anni di età. Due sopravvissero, due furono uccise, due bimbe di otto anni furono lasciate morire di stenti. La moglie Michèl Martin fu la complice nel sequestro.

Il pensiero corre a me stessa quando da bambina non avrei mai saputo vedere il male in nessuna donna. Eppure, Michèl aiutava il marito proprio sfruttando il suo essere donna e l'ingenuità di bambine che come me vedevano solo mamme, porti sicuri, rifugi inattaccabili.

Un pedofilo assassino e una moglie complice nell'attrarre nella loro atroce trappola bambine che come me credevano e facevano affidamento sul fatto che una donna no, non può far del male ad altre donne, tanto meno a bambine. Così non fu e le bambine furono uccise.

Il senso di solidarietà che provavo io nei confronti di tutte le mie conoscenze femminili, di ogni età, era qualcosa di innato in me. Purtroppo, ben presto ho dovuto prendere atto che questo pensiero sembrava riguardare solo me e che nella realtà non c'erano amichette, maestre, conoscenti nelle quali trovare la stessa solidarietà che offrivo io costantemente.

Crescendo non sono certo cambiata e di fronte a un altro fatto di cronaca avvenuto fra l'uno e il tre di settembre del 2004 quando in un asilo di Beslan in Cecenia irruppe un gruppo di terroristi. Mentre guardavo il telegiornale tirai un sospiro di sollievo alla notizia che fra i terroristi c'erano alcune donne, come se la loro presenza potesse garantire la salvezza delle maestre e dei bambini.

Dei 334 morti totali, 186 furono i minori uccisi.

Quanto c'è in queste donne di quel secolare assoggettamento ai comandi dell'uomo, quanto avanti si può spingere una donna nel tentativo di continuare ad accondiscendere ai desideri di colui che le promette "amore", quanto c'è di reale indole criminale e di indifferenza verso quei sentimenti che le sono propri, per definizione o preconcetto?

Non so rispondere, ma so per certo che molte, la maggior parte delle donne hanno il desiderio di essere solidali fra loro e di darsi reciproco aiuto.

Quelle che giudicano, criticano e accusano altre donne, arrecano un danno innanzitutto a se stesse. Ma è proprio pensando a noi stesse che dobbiamo imparare a sentirci sorelle, perché il bene di tutte è il nostro stesso bene.

 

Articolo a cura di Stefania de Girolamo

 

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