Picchia la madre e la costringe a chiedere l'elemosina

Siamo a Capistrello, un piccolo comune abruzzese. Lei è una mamma che farebbe di tutto per aiutare suo figlio. Non vuole accettare che quello che era il suo piccolo angioletto, sia diventato in realtà un orco senza alcun tipo di scrupolo. Per anni lo difende ad ogni costo, il suo cuore le dice che può e deve salvarlo. Ma si sa, purtroppo, non tutti vogliono essere aiutati ad uscire dal tunnel devastante dove sono entrati. Nel caso di L.F., 28 anni, il tunnel aveva un nome specifico: Tossicodipendenza.

La vista annebbiata, il cuore freddo, un solo desiderio: Avere più soldi possibili per acquistare la droga. La donna che chiamava madre non era più nulla per lui, se non un mezzo per fare soldi. Per questa ragione, la costringeva, a suon di botte, a chiedere l’elemosina, per permettere a lui di soddisfare i suoi bisogni malati. Lei non riusciva a dirgli di no, quindi si è sottoposta ad umiliazioni di ogni tipo, solo per cercare di salvare il suo amato bambino. Si, bambino, perché per una mamma un figlio rimane sempre un bambino, anche quando cresce.

La donna non ha mai voluto formalizzare una denuncia nei confronti del 28enne, nonostante gli innumerevoli atti di violenza subiti nel corso degli anni. Le indagini, infatti, sono partite in seguito alle segnalazioni da parte di alcuni compaesani preoccupati per le ripetute violenze di L.F. nei confronti della donna. Accertati i fatti, è stato predisposto un divieto di avvicinamento nei confronti della madre maltrattata, che negli ultimi giorni è stato violato dal giovane. Di conseguenza, per lui si sono aperte le porte del carcere.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

 

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