Domenica, 22 Novembre 2020 12:30

Mai voltarsi dall'altra parte

Ho visto in pieno inverno una giovane madre e la sua bambina, dal viso dolce ed olivastro, che chiedevano l’elemosina davanti ad un supermercato. Erano vestite di stracci, ma mostravano più grazia ed eleganza di una regina, anche se i loro sguardi erano tristi e privi di speranza. Questa è una scena che si presenta ogni giorno davanti ai nostri occhi, ma quante volte vi siete chiesti cosa provano quelle povere donne nel vedere la gente passare davanti a loro, facendo finta di non vederle? Vi siete mai domandati cosa succederà quando la sera si presenteranno a mani vuote davanti al loro carnefice? Credo di no, perché questa nostra società è immersa nell’ipocrisia, dove far finta di niente è meglio che affrontare il problema della povertà e della sofferenza. Eppure viviamo nell’era dei social, dove ognuno vuole sapere tutto riguardo agli altri, ma questo aspetto è scomodo e preferiamo ignorarlo, far finta che non esista. In fondo cosa ci guadagniamo a preoccuparci di chi soffre e sta male? Ci preoccupiamo per cose futili, ma di una madre e di una figlia vestite di stracci che chiedono l’elemosina, al freddo, davanti a un supermercato e che quando torneranno a casa, senza aver portato nulla, verranno duramente punite dal loro carnefice, non ce ne importa nulla, perché noi stiamo bene ed è una cosa che non ci riguarda. Eppure questa è una forma di violenza. Violenza sia fisica che psicologica.  Più di cinque milioni di bambini sono morti l’anno scorso per malnutrizione, ma noi siamo atterriti dal covid che ha causato meno di un milione di vittime, per lo più malate ed anziane. Siamo atterriti, perché questo può succedere anche a noi, mentre morire per fame è cosa che riguarda solo i bambini del terzo mondo. Riflettiamo un po’ su queste ingiustizie, immedesimiamoci per un attimo in quella bambina ed in quella madre e non voltiamoci più dall’altra parte.

 

Articolo a cura di Vincenzo Ottavi

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