Giovedì, 19 Novembre 2020 18:21

L'indagine sulla morte di Mario Biondo non va archiviata

Lui è Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato morto il 30 maggio 2013 in Spagna, nell’appartamento dove viveva insieme alla moglie, la presentatrice e showgirl spagnola Raquel Sanchez Silva. Per la giustizia spagnola e sin qui anche per quella italiana si sarebbe trattato di suicidio. Adesso si registra un nuovo colpo di scena con un pronunciamento che dà ragione alla famiglia di Biondo. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Roberto Riggio, ha accolto, infatti, con apposita ordinanza l’opposizione della famiglia all’archiviazione del caso, decidendo di proseguire le indagini per ulteriori 6 mesi.

Il Procuratore generale presso la Corte di Appello di Palermo, che ha curato le indagini a seguito di avocazione, aveva chiesto l’archiviazione ritenendo che “la causa della morte di Biondo sarebbe da ricondurre ad un’azione suicidaria e non stata opera di terzi, e in secondo luogo in ragione del fatto che, anche a voler ritenere che Biondo sia stato vittima di omicidio, tale reato sarebbe da attribuire a cittadini spagnoli che non si trovano nello Stato italiano e che, quindi, in relazione agli stessi l’azione penale non potrebbe essere esercitata”.

La famiglia ha invece opposto a questa tesi che “la morte di Mario Biondo sia da attribuire ad un’azione omicidiaria” e ha rilevato “diverse carenze investigative, depositando una nuova documentazione e sollecitando l’espletamento di ulteriori investigazioni”.

“Siamo felici – dichiara Santina Biondo, la mamma di Mario, a IlSicilia.it – per noi non è un punto di arrivo, ma soltanto di ripartenza. Ho promesso, anzi giurato, a Mario che avrà giustizia e non ci fermerà nessuno”.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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