Muoiono uomini, donne e bambini anche molto piccoli nel naufragio di uno dei tanti barconi con i quali una moltitudine di persone cerca di giungere nel nostro Paese, quel territorio su cui abiterebbero genti buone, accoglienti, solidali, compassionevoli. Non è così, e il problema non sono loro, i migranti, il problema siamo noi. Non voglio nemmeno stare a ripetere tutte le stupidaggini che sono state dette in merito, non ne vale la pena, ma il problema, enorme, è chi le ha pensate, il che è già di per sé criminale, ma anche pronunciate, il che è aberrante.
Arrossisco e vorrei nascondermi, se noi italiani avevamo già molto di cui vergognarci in merito ai nostri politici, questo mi sembra davvero troppo. Quando penso che ogni limite sia stato superato ecco che riusciamo ad andare oltre, all'infinito, come non esistesse più quella soglia invalicabile che credevo essere stata insegnata, nelle scuole e nelle famiglie, a tutti.
Se sono cresciuta con la certezza che ogni campo del vivere civile avesse il suo limite, ora sono costretta a vivere guardando impotente al naufragio, ancora più grave, della gente, e non della gente del popolo, che in fondo può parlare, almeno per ora, senza far troppi danni, ma della gente che ci governa, decide per noi, agisce per noi, pensa per noi, rappresentandoci come non siamo.
Perché no, noi non siamo così, noi la gente, di qualunque colore, di qualunque età, la vogliamo tirare fuori dal mare, li vogliamo sfamare, vestire, aiutare. Noi sappiamo che se una mamma mette a rischio il proprio figlio il motivo c'è ed è grande, non abbiamo nemmeno bisogno di perdere tempo a soffermarci su un pensiero del genere.
Ma voi sì invece, voi votereste alla morte chiunque pur di salvare i vostri interessi, voi avete sulla coscienza tutte queste persone: per due anni avete tenuto i conti dei morti, precisi, costanti, ora iniziate a contare anche i decessi dei migranti, vittime dell'ingordigia e dell'indifferenza della classe politica mondiale, non solo italiana, non solo europea. Solidali sì con i rivoluzionari iraniani, ma solo se se ne stanno nel loro Paese, picchiati, imprigionati e impiccati, ci indigniamo e ci scandalizziamo, se stanno però su un barcone in direzione della democrazia, allora poco ci manca che non speriamo che affondino.
Il vero grande naufragio è proprio quello della democrazia, dei valori civili e sociali, del sentimento umano, della carità, qualcosa che presto o tardi si ritorcerà contro forse tutti noi. Dico forse, perché noi non siamo tutto questo, in noi esiste ancora compassione e amore per il prossimo e ci teniamo che voi lo sappiate e magari la prossima volta ne possiate tenere conto.
Articolo a cura di Stefania de Girolamo