Luna Rossa (ultima puntata)

Maddalena si svegliò tardi quella domenica mattina.

“Ti sei svegliata, amore mio? Ieri sera sei letteralmente crollata dalla stanchezza. Vieni, ho preparato il caffè e ho comprato i cornetti che ti piacciono e pure i giornali che parlano di te” disse Giacomo stringendola dolcemente tra le braccia.

I giornali erano sparsi sul tavolo della cucina e nella cronaca si leggeva: La procuratrice Maddalena Lipari fa arrestare noto imprenditore con gravi accuse, Paolo Pardi un violento dall’apparenza insospettabile smascherato da una giovane magistrata.

“Ormai sei una celebrità e hai visto? Ti chiamano procuratrice e ti dirò che preferisco questa giusta e meritata declinazione al femminile. Poi, cara procuratrice, vorrei parlarle seriamente di una cosa posso?”

“Certo dottore!” rispose Maddalena sorridendo mentre assaporava il suo caffè. “Volevo proporti una cosa e non dirmi che corro prima di aver ascoltato tutto quello che voglio dirti. Noi abbiamo due case, ma sono piccole entrambe. Ormai dormiamo sempre insieme e quasi coabitiamo. Un mio collega che abita in piazza Vasari a settembre si trasferisce in un’altra città insieme alla famiglia. La casa è bellissima, a due piani e con un giardino interno meraviglioso e nel soggiorno c’è un camino, poi ci sono dei mobili e anche la cucina in muratura che non può portare dove va e li cederebbe. La casa per adesso non la vende, ma a me l’affitterebbe volentieri. Che dici se diventiamo coinquilini e condividiamo spazi più grandi? Vorrei tu la vedessi, io sono innamorato di quella casa!”

“Quindi mi stai proponendo una convivenza?” rispose Maddalena sorridendo.

“No, per carità! non corro mica! Una condivisione di spazi così non ti spaventi!” disse Giacomo facendo un gesto buffo con la faccia.

Rise Maddalena, rise di cuore abbracciando quell’uomo che davvero era diventato tanto importante per lei e che davvero amava tantissimo.

“Va bene, per adesso coinquilini e poi vedremo, ma sono contenta di abitare con te amore mio”.

Restarono a lungo abbracciati in quella mattina d’estate come due naufraghi che finalmente hanno trovato la propria isola.

L’avvocata Staiano arrivò in procura con Anna Ridolfi abbastanza in anticipo. La giornata si profilava caldissima e già cominciava a pregustare le sue ferie sulle Alpi dove si recava ogni anno per fare trekking. Due settimane senza pensieri di sorta che condivideva con una vecchia amica anche lei appassionata di montagna.

Anche Maddalena era arrivata molto presto quella mattina per sbrigare le ultime pratiche prima di andare in vacanza con Giacomo a Numana e poi in Sicilia. La sua vita era cambiata in pochi mesi e aveva scoperto tante verità anche su sé stessa.

“Buongiorno, dottoressa” disse l’avvocata Staiano entrando nell’ufficio insieme ad Anna.

Maddalena, sorridendo, fece loro cenno di sedersi e accese un piccolo ventilatore al lato della scrivania.

“Ci tenevo a venire per ringraziarla dottoressa Lipari” disse Anna.

“Vedo che si è ripresa di salute e che ormai cammina bene. Non deve ringraziarmi, ho fatto solo il mio dovere, signora Ridolfi, e ho applicato la legge”.

“Sì, ma la ringrazio ugualmente, non so come avrei fatto senza di lei e l’avvocata Staiano che mi ha incoraggiata, seguita e svolto le indagini per aiutarmi” disse commossa Anna.

“Infatti lei, avvocata, fa concorrenza nelle indagini all’ispettore Marini che ha fama di ottimo investigatore e so della sua lotta alla tratta di esseri umani” disse Maddalena. “La ringrazio, fare indagini è una mia passione da sempre, mi piace comporre i pezzi e fare deduzioni e la tratta è la cosa peggiore e più umiliante per un essere umano” rispose Eleonora.

Quando le due donne stavano per accomiatarsi Maddalena chiese ad Anna Ridolfi: “Vorrei farle una domanda ed è libera di non rispondermi, non è obbligata. Come ha fatto a sopportare per tanto tempo tutta quella violenza senza reagire?”

“Sa, dottoressa, quando arriva la violenza fisica tu già non ci sei più, non esisti, sei l’ombra di te stessa. Le continue critiche e denigrazioni subite nel tempo da un uomo che pensavi perfetto e che poi si rivela un carnefice riducono in pezzi la tua anima. È come cadere in un baratro, ma lentamente, e quando sei precipitata in fondo è già troppo tardi. La sera dell’incidente in quel terribile buio in cui ero caduta si è accesa come una flebile fiammella che mi ha salvata”.

“La ringrazio Anna” disse Maddalena che in quella risposta trovò un perché anche per capire come sua madre fosse rimasta in quella prigione mortale accanto a suo padre.

Si strinsero forte la mano Maddalena ed Eleonora: “A presto avvocata Staiano, sono sicura che ci rivedremo per collaborare insieme. A proposito, l’Ispettore Marini ha interrogato il personale della clinica privata usata dal padre di Pardi per quelle due ragazze. Il medico proprietario è morto e il personale è cambiato dato che è stata venduta anni fa a una società. Però due infermiere più anziane hanno visto e sono disposte a testimoniare, so che lei, avvocata, segue anche una di loro”.

“Grazie dottoressa Lipari, ci sentiremo presto e buone ferie” rispose Eleonora.

Ormai si era fatto tardi e Maddalena si ricordò che doveva ritirare abito borsa e sandali che aveva comprato in una boutique in centro per il matrimonio del collega di Giacomo.  Si diresse verso il centro della città e si fermò un attimo a guardare gruppi di storni che creavano con il loro volo strane forme nel cielo. Sorrise mentre una leggera folata di vento le scompigliò i riccioli biondi lasciati finalmente sciolti.

Fine

 

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