La tavola era apparecchiata sulla grande terrazza che affacciava sul parco, illuminata al centro da un’antica lampada a olio di porcellana di Limoges. Paolo era intento ad aprire una bottiglia di champagne in attesa di Olga, la ragazza ucraina che si stava preparando per la cena. Lo eccitava questa nuova situazione e l’aver letto un piacevole stupore negli occhi di quella ragazza quando era arrivata in aeroporto e lui si era presentato con un gran mazzo di fiori. Olga aveva appena diciannove anni e un corpo mozzafiato, capelli biondi lunghi, labbra carnose e occhi verdi magnetici che incorniciavano un volto delicato.
“Vieni, devi avere appetito” disse Paolo andando verso Olga la quale, per l’occasione, indossava un abito nero lungo che metteva in evidenza le sue forme. Lei sorrise, e lui le baciò lievemente la nuca prima di farla accomodare a tavola.
“Lascia, stasera voglio servirti io, sei la mia regina” disse Paolo mentre le versava lo champagne nella coppa di cristallo e le serviva un paté di scampi che aveva fatto preparare, insieme ad altre portare, in un famoso ristorante di pesce vicino a Socci che faceva anche servizio a domicilio.
Olga si guardava intorno in quell’atmosfera estiva quasi magica e si sentiva come la principessa di una delle fiabe che da piccola le raccontava la sua tata.
Poi lui era un uomo elegante, raffinato e ricco, e voleva aiutarla a realizzare i suoi sogni.
“Signore, la cercano” disse Alan, il cameriere filippino, dalla porta.
Pardi si alzò quasi stizzito e rispose tra i denti: “Avevo detto che non volevo essere disturbato per nessun motivo!”
“Lo so, ma…” non fece in tempo a continuare che entrarono due uomini in borghese e un carabiniere in divisa.
“Lei è il signor Paolo Pardi?”
“Sì, sono io” rispose interdetto.
“Abbiamo un ordine di custodia cautelare per: violenza sessuale, tentato omicidio, lesioni pluriaggravate e sequestro di persona. Prenda quello che le serve e andiamo”. Paolo restò un momento sconcertato, poi prese il telefono e chiamò il suo avvocato gridandogli che non potevano arrestarlo, e che doveva arrivare subito e tiralo fuori da quella situazione.
“Signor Pardi, il suo avvocato arriverà, ma intanto deve seguirci e la prego di non fare resistenza e aggravare ulteriormente la sua situazione” disse l’ufficiale dei carabinieri in borghese.
Olga Restò incredula, immobile davanti a quella tavola imbandita in cui era rimasta sola. Voleva piangere e non comprendeva cosa fosse successo e neppure che si era appena salvata.
L’avvocata Staiano, quella mattina, andava più veloce del solito con la sua mini morris. Si stava recando da Anna Ridolfi all’Istituto di riabilitazione per comunicarle che la sera prima Paolo Pardi era stato arrestato. Già alcuni giornali locali portavano la notizia con tanto di titoli cubitali: Noto imprenditore accusato di gravi reati. La Procuratrice Lipari risolve brillantemente il Caso Pardi-Ridolfi.
Le piaceva Maddalena Lipari per la sua onestà intellettuale e per il rigore con cui aveva condotto l’inchiesta. Aveva fatto il suo lavoro cercando la verità e non facendosi influenzare da stereotipi e pregiudizi. Sì, le sarebbe piaciuto averla come amica.
Anna le venne incontro senza stampelle e con passo quasi veloce: “Avvocata, sono felice di vederla, ho saputo, mi hanno fatto vedere il giornale. Anche le altre donne hanno testimoniato. Un mostro, quell’uomo è un mostro!”
“Sì, e speriamo che la paghi, ci sarà un processo in cui già una prima associazione vuole costituirsi parte civile, ma ne arriveranno altre, vedrà” dispose Eleonora. “Domani torno a casa e con le mie gambe avvocata, e sono stata riassunta al lavoro. La professoressa Banti che coordina i restauri è venuta a dirmelo personalmente. Sono davvero felice!”
“Anche io per lei, Anna, davvero”.
“Avvocata, vorrei andare in Procura dalla dottoressa Lipari, voglio ringraziarla, mi accompagnerebbe?”
“Certo, prendo appuntamento e andiamo”.
Eleonora, mentre si avvivava verso la sua auto, pensò che il suo fosse un lavoro faticoso, a volte pesante, ma gli occhi felici di Anna di quella sera la compensavano di tutto. …continua
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
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