Luna Rossa (Episodio 28)

Quella mattina Paolo Pardi si svegliò quasi all’alba. Era eccitato al pensiero di conoscere Olga, una giovane donna ucraina con la quale aveva chattato nell’ultimo mese. Sorrise tra sé e sé pensando che ormai quella ragazza era pazza di lui tanto da aver accettato di venire in Italia a conoscerlo. Certo Paolo sapeva come far innamorare una donna; era come se riuscisse a captare di cosa avesse bisogno e tendeva a essere galante e protettivo. Olga voleva frequentare a Firenze una scuola per stilisti, ma non aveva i mezzi per farlo visto che la sua famiglia non era ricca tanto da mandarla a studiare in Italia. Si era offerto lui di aiutarla e l’aveva convinta in poco tempo a raggiungerlo, pagandole persino il biglietto aereo in prima classe.

Paolo fece colazione e dopo aver scelto la porche nel suo numeroso parco auto si diresse verso Roma dove la ragazza sarebbe arrivata in aeroporto in tarda mattinata.

Accese la radio a tutto volume mentre, sfrecciando sull’autostrada, pensava a quella ragazza bionda finalmente tutta per lui.

Agnieszka Novak era alta e i suoi capelli castani incorniciavano un bel volto dai lineamenti delicati nel quale spiccavano due grandi occhi nocciola. Maddalena le strinse la mano ghiacciata e si accorse che tremava come una foglia.

“Non tema” le disse. “La ringrazio per essere venuta, capisco anche che per lei sarà molto doloroso, ma è necessario per fare giustizia”.

Agnieszka annuì e si sedette davanti a Maddalena e timidamente, dopo aver bevuto un po’ d’acqua che le aveva versato l’agente Rubini, cominciò a parlare prima a voce bassa e poi man mano sempre più forte, come se quelle parole pronunciate fossero lo strumento per liberarsi da quell’angoscia che non l’aveva mai lasciata in tutti quegli anni.

“Ho conosciuto Paolo Pardi in Polonia, vicino a Poznan, dove avevano messo una filiale della fabbrica di Socci. Entrai subito in amicizia con lui, e dato che avevo studiato italiano gli facevo da interprete al lavoro e tenevo le relazioni con i fornitori. Lui sembrava un bravo ragazzo e mi faceva tenerezza perché sembrava un po’ sperduto, anche se nel lavoro si spendeva molto. Mi circondava di mille premure e cercava ogni scusa per stare in mia compagnia, anche fuori dall’orario lavorativo. Presto il nostro rapporto diventò una relazione ed io mi innamorai davvero di lui e poco tempo dopo andammo a vivere insieme in una villetta poco lontana dalla fabbrica e a me sembrò di toccare il cielo con un dito. Ero talmente soggiogata da lui che non mi accorsi di certi segnali che avrebbero dovuto allarmarmi”.

“Cioè?” chiese Maddalena.

“Mi aveva allontanato piano piano da tutte le mie amicizie che prima condividevamo e poi cominciò a mal tollerare che mi recassi a trovare i miei genitori. Quando tornavo sembrava un cane bastonato e mi faceva sentire in colpa dicendomi che forse io non lo amavo come lui amava me. La fabbrica intanto procedeva a gonfie vele e il padre di Paolo decise di nominare un amministratore delegato del posto che se ne occupasse, così Paolo sarebbe potuto tornare a occuparsi dell’azienda di Socci. Mi chiese di seguirlo in Italia dicendomi che ci saremmo sposati. Mi disse che avrei tenuto le relazioni con la sede in Polonia e che avrei potuto recarmi là ogni volta che volevo. Ero felice di venire in Italia e di sposarmi con lui, anche se mia madre tentò di convincermi a valutare bene la mia scelta, Paolo non la convinceva sino in fondo perché tendeva a dominarmi senza farmene accorgere. Avessi dato retta a mia madre! Avrei evitato tante sofferenze atroci e questo dolore che mi soffoca e mi impedisce di respirare la vita”.

La donna cominciò a singhiozzare forte e Maddalena fece cenno all’agente Rubini, che redigeva il verbale, di uscire un attimo dalla stanza. Aprì la finestra e il vento caldo di quella giornata estiva fece volare un po’ di fogli dalla scrivania. “Prendiamo un caffè alla macchinetta di fronte, signora Novak? Non è un granché, ma va bene lo stesso”. Agnieszka si asciugò gli occhi e fece cenno di sì con il capo. …continua.

 

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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