Luna Rossa (Episodio 10)

Ormai cominciava ad albeggiare quando Maddalena rientrò nel suo appartamento. Aprì la finestra del terrazzino e respirò profondamente l’aria profumata di fiori che veniva dai giardini vicini. La luce arancio del sole che stava per sorgere illuminava come in un dipinto le torri e campanili del centro storico. Stranamente non avvertiva nessuna stanchezza e, mentre sorseggiava il suo primo caffè, ripensò alla serata trascorsa con Giacomo, a quanto quell’uomo dai modi gentili, che la guardava dritto negli occhi, la stesse prendendo. Ripensò al bacio leggero che le aveva sfiorato la guancia sul portone di casa e che le aveva evocato da dentro una profonda emozione, insieme a un senso di fragilità e alla paura di essere in balia di un’altra persona. Si irrigidì e cominciò a dirsi che forse era meglio non fare andare avanti questa storia: troppi problemi, compreso il lavoro e il caso spinoso Pardi-Ridolfi da risolvere. Sì, lo avrebbe detto a Giacomo che in quel momento della sua vita non poteva permettersi distrazioni.

Ecco che prima o poi si presentava la solita sensazione che, a un certo punto, la faceva arretrare, un irrigidimento che sentiva passarle anche attraverso il corpo bloccandola come in un sarcofago di pietra.

“Tu sei lontana, irraggiungibile ed io non ce la faccio più a ricorrerti. Tu mi respingi continuamente Maddalena ed io di fatto sono fuori dalla tua vita o forse lo sono stato sempre”. Vittorio, un collega con il quale aveva avuto una storia quando era ancora a Roma, con le lacrime agli occhi le disse quelle parole prima di uscire definitivamente dalla sua vita. Forse, pensò, era il suo destino rimanere sola.

Maddalena si preparò con calma e uscì di casa. Si fermò al solito bar per consumare il suo cappuccino prima di recarsi in Procura. Sul tavolo trovò una denuncia di Paolo Pardi contro Anna Ridolfi per diffamazione. Il caso stava davvero diventando complicato, la stampa sempre più pressante e le TV locali gli dedicavano ormai intere trasmissioni con tanto di opinionisti.

Anna era seduta in poltrona dove finalmente riusciva a stare dopo tanto tempo allettata. I tutori alla spalla e alla gamba le davano un po’ fastidio, ma non aveva più quei dolori lancinanti e anche il mal di testa si era molto attenuato. Presto sarebbe andata in un istituto di riabilitazione e cominciava a sperare di poter camminare di nuovo. Le giornate ritornavano a essere calde e guardare finalmente fuori dalla finestra le dava un senso di tranquillità e speranza.

In quel momento entrò sua sorella Roberta con una busta indirizzata a lei. La aprì subito.

“Quel verme mi ha denunciata hai capito? Lui ha denunciato me dopo tutto il male che mi ha fatto. Ma c’era da aspettarselo, trova sempre il modo di vendicarsi e poi lui ha conoscenze e denaro da buttare” disse Anna alla sorella, ripiombando in un attimo in quello stato di disperazione impotente che conosceva bene.

“Non agitarti, troveremo un avvocato. Un’infermiera molto carina mi ha detto che qui vicino c’è un centro antiviolenza, possiamo chiedere lì se hanno loro qualcuno disposto ad aiutarti, vedrai”.

Anna annuì e cercò di sorridere, ma ancora lacrime di sofferenza bagnavano il suo viso.

“Dottoressa Lipari c’é la signora Lella Rippo, la giornalista che vuole parlare con lei del caso Pardi” riferì l’agente Rubini.

“Dica alla signora Rippo che io non ricevo giornalisti, né tantomeno parlo con loro delle indagini”.

L’agente chiuse la porta dell’ufficio e Maddalena, infastidita, pensò a quanto la Rippo fosse invadente. Non gli era proprio simpatica questa giornalista dall’aria strafottente che scriveva per vari quotidiani e primeggiava come opinionista nelle televisioni. Certo una donna molto colta, ma pungente, dissacrante e urtante. Che si interessasse a questo caso non la faceva stare molto tranquilla, perché era noto come fosse velenosa nelle critiche che non risparmiava proprio a nessuno.

Maddalena si tolse la giacca e dette un’occhiata al telefono: tre messaggi di Giacomo ai quali non aveva risposto.

“Scusami, ma sono molto occupata” inviò questo messaggio quasi rassegnata, con quel senso di tristezza che si portava dentro da una vita.

“C’è la dottoressa Vellaro che attende”.

“Falla passare e rimani per il verbale”, disse Maddalena all’agente.

Nicolina Vellaro, neurologa, si era presa cura di Anna Ridolfi in ospedale e aveva per prima raccolto la sua testimonianza. Era stata convocata per avere più chiaro lo stato mentale della paziente, date le dichiarazioni del Pardi.

“Dottoressa, la ringrazio della disponibilità. L’ho convocata per avere il suo parere sullo stato psicologico della signora Ridolfi”.

“Conosco la vicenda ma, per quello che ho potuto appurare, Anna non soffre a mio pare di nessun disturbo psichico, né presenta dipendenze da psicofarmaci” disse la Vellaro con sicurezza. …continua

 

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

 

LEGGI ANCHE:

LUNA ROSSA (EPISODIO 9)

 

Condividi