Racconti incantati: "Lo gnomo del bosco"

Alex correva a perdifiato lungo l'ombroso e largo sentiero, affiancato da fitti faggeti, che l'avrebbe condotta a casa, nella baita di legno in cui stava trascorrendo le vacanze estive. Il sole ormai stava declinando e, in un breve lasso di tempo, una prima oscurità avrebbe sostituto il chiarore della giornata appena trascorsa; nonostante il rumore prodotto dal suo fiatone Alex udì, improvviso, un leggero fischiettare che proveniva dal fitto del bosco.... si fermò di botto in ascolto anche perché, nell'insolito e inaspettato fischio, riconobbe una melodia conosciuta ed ascoltata, decine di volte, quando il nonno, di fianco al suo lettino, aspettava che si addormentasse. Da allora le sembrava fosse trascorsa un'infinità di tempo: si trattava di 6/7 anni addietro considerando che a giorni la bambina avrebbe compiuto 11 anni. Rammentava persino le parole del motivetto “Nel bosco c'è un ometto gentil e bel, in testa ha un cappelletto ed un mantel…” e via dicendo. Che si trattasse del fischiettare di uno gnomo, pensò Alex ricordando le parole della canzoncina? Era, probabilmente, possibile. Nel silenzio che precedeva l'avanzare del buio udì assai chiaramente un rumore di rami spezzati; iniziava ad avere un poco di paura anche se era una ragazzina coraggiosa..... quasi senza che se ne accorgesse le si materializzò davanti un omino piccolo piccolo! Lo gnomo della canzoncina del nonno! Era abbigliato con i colori che a lei piacevano maggiormente: l'azzurro, il giallo e il verde chiaro. Questa sua prima percezione visiva la rassicurò e la paura scomparve. E poi lo sguardo! Dai suoi occhi traspariva una dolcezza ed un'intensità che raramente la bambina notava negli occhi delle persone, soprattutto dei grandi. Era come se si sentisse accarezzata da un simile sguardo: accarezzata, compresa, rassicurata. Ogni suo timore residuo svanì, come neve al sole. “Ciao!” esordì lo gnomo. “Dove stai correndo così di fretta?”. “Ritorno a casa. È ormai sera e i miei genitori saranno preoccupati”. “E come mai non sei tornata prima? replicò lo gnomo. “Sai, avevo raggiunto, vagabondando per il sentiero, un posto talmente bello che..... beh, il tempo è volato via in fretta”. Lo gnomo la guardò, incuriosito e poi disse “Sei per caso arrivata ad un piccolo lago circondato da decine e decine di abeti?”. “Sì, esatto. Proprio così. Ma tu, come fai a saperlo? Mi hai forse vista?”. Al che' lo gnomo si sedette su un masso posto ai lati del sentiero e continuò a parlarle in tono affettuoso “Alex, ti rivelo in segreto. Ci sono persone, e tu sei una di queste, che ricercano luoghi del genere, non importa abbiano dieci o quarant'anni. E' che fa parte del loro modo d'essere cercare, appunto, la bellezza. E trovarla. Dove tu ti sei fermata, senza accorgerti del tempo che passava, è appunto un posto del genere”. “Ah, ho capito” rispose la bambina. E da creatura intelligente ed intuitiva quale era comprese di essere "una persona speciale" e, incontrandolo, anche di aver fatto "un incontro speciale". “Ciao, gnomo. Ora devo proprio andare. Grazie per ciò che mi hai detto. Spero che ci rincontreremo”. “Ne puoi star certa, Ciao, piccola”.

E così come, quasi dal nulla era comparso, altrettanto inspiegabilmente sparì alla vista di Alex. Riprese a correre, più veloce di prima, verso casa. Chissà che sgridata si sarebbe presa! La mattina seguente, appena sveglia, s'affacciò alla finestra della sua cameretta per ammirare il meraviglioso panorama dei monti che si stagliavano nell'azzurro del cielo. Quel giorno avrebbero visitato un piccolo borgo nelle vicinanze, sufficientemente lontano però da dover utilizzare l'automobile; dopo un'abbondante colazione si misero in strada, lei, il fratellino Diego e naturalmente mamma e papà. Il padre di Alex, accanito fumatore, approfittando della strada quasi deserta e della lenta andatura, si accese una sigaretta e, dopo averla terminata, gettò il mozzicone dal finestrino. La bambina, in quel preciso momento, quasi impercettibilmente, udì........ la melodia del giorno prima! “Alex, sono io, lo gnomo. Non preoccuparti. Nessuno, oltre a te, può sentirmi. Il gesto del tuo papà, che oltre al mozzicone, ha persino buttato il pacchetto vuoto delle sue amate sigarette, fuori dal finestrino, non è affatto un bel comportamento. Occorre che tu glielo faccia notare”. Alex, dopo un breve momento di grande stupore, si riprese e, rivolgendosi al papà esordì “Papà, il mondo è di tutti. È importante cercare di tenerlo pulito, non credi?” Ed il papà le rispose “Sai, credo che tu abbia proprio ragione. Non ci avevo mai pensato. Da ora in poi ci farò attenzione. Sei proprio stata brava a dirmelo”.

I giorni di vacanza si susseguirono uno dopo l'altro e la famigliola apprezzò la splendida natura da cui erano circondati. L' aria era così fresca e pulita che ogni sera potevano godere dello spettacolo di decine di lucciole.... nella cittadina in cui abitavano invece le strade erano esageratamente illuminate al punto da non riuscire a vedere nemmeno le stelle. Alex aveva sentito dire, dai grandi, che tutta questa illuminazione era necessaria per la sicurezza ma lei non riusciva molto a capirlo. Le lucciole facevano sì che lei si sentisse immersa in un mondo magico e reale allo stesso tempo ed inoltre non le impedivano di osservare la volta celeste. Preferiva le lucciole. Una sera ebbero ospiti a cena e, per quell'occasione la mamma aveva preparato la pizza, buona come solo lei sapeva farla. I grandi furono presto impegnati in una discussione il cui argomento era il denaro e, tutti quanti, ambivano ad averne di più. Alex, assorta, ascoltava attentamente, sgranocchiando una grande fetta di pizza quando....  “Nel bosco c'è un ometto... Era il suo amico gnomo che voleva parlarle”. “Sai, piccola, forse potresti intervenire dicendo che a scuola avete saputo di un numero altissimo di bambini, e anche di grandi, che spesso non mangiano nulla e non hanno alcuna medicina per curarsi....” Alex, a fatica, si sa che i grandi si accalorano quando discutono di determinati argomenti, riuscì finalmente ad aprire bocca e raccontò, con grande proprietà di linguaggio ed abbondanza di informazioni, tutto ciò di cui, in classe, avevamo più volte parlato. I grandi restarono addolorati e un'amica della mamma affermò “Questa è una tragica realtà. Noi ci lamentiamo e non siamo mai contenti mentre, in altri posti del mondo, ci sono persone che muoiono di fame o per una semplice febbre. “Facciamo qualcosa per loro”. E tutti annuirono con convinzione.

La lunga vacanza ormai volgeva al termine ed era più di una settimana che Alex non incontrò né sentì più il suo amico gnomo. Arrivò il giorno della partenza; la bambina, al mattino, poiché sarebbero partiti verso sera, decise di andarsene un po' a zonzo nel bosco. Dopo aver percorso un tratto di sentiero, con la speranza e il desiderio di poterlo incontrare...... lo vide, seduto su un sasso e a pochi passi da lei. E lo gnomo così le disse: “Ciao, Alex. Desidero salutarti poiché non ci rivedremo più. Voglio dirti alcune cose. Tu, durante questa vacanza, sei cresciuta, sei cambiata. Ti è successa una cosa bellissima e importante: hai fatto riflettere i grandi. E loro ti hanno attentamente ascoltata. Ma ciò che più conta è che tutto quello che hai loro insegnato era già dentro di te: il rispetto per la natura e gli animali, il sapere che esistono tante persone a cui possiamo dare una mano.....la bellezza!!! Ricordi il lago? Tu cerchi e trovi la bellezza perché essa è dentro di te, nei tuoi sentimenti e nei tuoi pensieri. Coltiva ed alimenta sempre, con grande cura, tutto ciò, senza stancarti mai. Buona vita, Alex”. E sparì così come era comparso.

 

Racconto a cura di Daniela Minozzi

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